
Tra San Francesco e la Riforma
Il Giorno della Riforma resta attuale: simbolo di libertà, rinnovamento e memoria cristiana per la società di oggi.
Feste utili o inutili?
Mentre in Italia, il Governo istituisce la festa di San Francesco, dal 4 ottobre del prossimo anno, in Germania il dibattito si concentra sull’utilità e importanza del 31 ottobre, festa della Riforma.
Negli ultimi giorni, infatti, in Germania si è tornato a discutere sulla rilevanza del Giorno della Riforma, che si celebra ogni anno il 31 ottobre.
La deputata della CDU Gitta Connemann ha infatti sostenuto che la festività sia ormai divenuta “obsoleta”, poiché molti la vivono semplicemente come occasione di svago.
Le Chiese evangeliche hanno reagito con fermezza, ricordando l’importanza profonda di questa giornata per la coesione sociale e per la memoria collettiva del Paese.
Coesione sociale e memoria collettiva
La Chiesa Evangelica in Germania (EKD) ha respinto con decisione le richieste di abolizione, sottolineando che non vi sono evidenze di benefici economici derivanti dalla soppressione dei giorni festivi.
“Nonostante i suoi giorni festivi, la Germania resta una delle economie più potenti al mondo. Non esistono prove empiriche di vantaggi economici legati alla loro abolizione”.
Per l’EKD, il Giorno della Riforma infatti “è molto più di una festa religiosa: commemora un risveglio storico che ha plasmato la cultura, la spiritualità e la vita politica del nostro Paese. È simbolo di rinnovamento e di libertà di coscienza, valori che rimangono centrali anche per l’economia e la società in tempi di trasformazione”.
Una tradizione democratica
Anche diversi esponenti politici hanno espresso dissenso verso la proposta della deputata Connemann. Thomas Rachel, presidente federale del Gruppo di lavoro evangelico della CDU/CSU (EAK) e membro del Consiglio dell’EKD, ha ricordato che “abolire il Giorno della Riforma non corrisponde allo spirito della tradizione cristiano-democratica. La forza formativa del cristianesimo deve essere preservata anche in futuro”.
Da parte sua, il vescovo di Berlino, Christian Stäblein, ha ribadito che le festività cristiane “non sono solo momenti di pausa, ma occasioni di riflessione e di rinnovamento”.
Eliminare giornate che invitano alla memoria, ha detto, significherebbe “minare le basi di una società coesa e fondata su valori condivisi”.
Un dibattito assurdo?
Ancora più netto il giudizio di Friedrich Kramer, vescovo regionale della Chiesa evangelica della Germania centrale (EKM), che ha definito “assurda” l’idea di rinunciare al 31 ottobre perché alcune chiese appaiono meno frequentate: “Se seguissimo questa logica, dovremmo discutere anche sull’abolizione del Giorno dell’Unità tedesca, poiché non tutti partecipano alle cerimonie”.
Oggi il Giorno della Riforma è riconosciuto come festività ufficiale in nove stati federali su sedici, tra cui quelli della Germania orientale e, dal 2018, anche in regioni del Nord come Brema, Amburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein.
Per le Chiese evangeliche, il 31 ottobre non è un semplice “giorno libero”, ma il ricordo di un evento che ha trasformato la storia d’Europa e ha dato vita al protestantesimo. È un giorno che invita ancora oggi a riformare la fede, la società e la convivenza civile, nella libertà e nella responsabilità.
Come luterani in Italia il giorno della Riforma aiuta a riscoprire le radici della nostra fede, ma aiuta anche a guardare con speranza al futuro, nella consapevolezza che la Riforma non è un fatto del passato, bensì un processo continuo di rinnovamento spirituale, culturale e sociale.