
Conferenza nazionale delle donne luterane a Torre Annunziata
A Torre Annunziata la Rete delle donne luterane ha riflettuto sul linguaggio, la cura e l’ascolto come gesti di fede.
La comunicazione che cura
Dal 3 al 5 ottobre 2025 si è tenuta presso la Comunità di Torre Annunziata la Conferenza nazionale della Rete delle donne luterane, un appuntamento biennale che riunisce donne provenienti dalle quindici Comunità della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI), insieme a ospiti di altre Chiese evangeliche e realtà del territorio.
L’iniziativa, preceduta dalla riunione del Consiglio nazionale e dalle delegate delle varie comunità luterane in Italia., è stata pensata come un momento di incontro, confronto e formazione, occasione per condividere esperienze, ascoltare voci diverse e approfondire tematiche comuni.

Le attività, organizzate dalla Referente nazionale Maria Antonietta Caggiano con il Consiglio della Rete, hanno alternato momenti di dialogo, musica e formazione. Al centro della conferenza, una sessione intensiva dal titolo “La comunicazione che cura”, curata da Gianluca Fiusco, responsabile nazionale della comunicazione CELI e referente della Diaconia Luterana.
Parole che curano
Il percorso ha condotto i partecipanti in un viaggio tra linguistica, teologia e relazioni di cura. A partire dal linguaggio come elemento costitutivo della relazione umana e come strumento di connessione tra il sé e l’altro.

“Le parole sono unità costitutive del discorso. Eppure, pur essendo arbitrarie nella loro origine, generano effetti reali sulle persone”, ha ricordato Fiusco, invitando a scoprire come ciascuna e ciascuno possa usare le parole per curare, ascoltare e accompagnare.
La riflessione si è poi spostata sul concetto di cura, esplorato nella sua radice curare (“scaldare il cuore”, “osservare con attenzione”) e nella prospettiva biblica: Gesù come colui che ascolta, domanda e si prende cura.
Attraverso testi evangelici e riferimenti filosofici (da Heidegger a Frans de Waal), si è discusso di cura come scelta e inclinazione naturale alla solidarietà, come attenzione concreta all’altro, fondata sull’ascolto e sull’empatia.
Nella seconda parte del seminario, ispirata al modello delle quattro orecchie di Friedemann Schulz von Thun, i partecipanti hanno riflettuto sul valore della comunicazione empatica nelle relazioni quotidiane, nella comunità e nella vita di Chiesa.

“Le parole che curano nascono nella relazione”, ha sottolineato Fiusco, “una relazione resa possibile solo da ascolto, tempo e consapevolezza”.
La conferenza si è conclusa con un momento di confronto sul rapporto tra tempo, linguaggi e mezzi digitali, ponendo una domanda cruciale per la vita delle Chiese di oggi: come costruire relazioni empatiche, capaci di cura, in un tempo dominato dalla fretta e dalla comunicazione algoritmica?
L’incontro di Torre Annunziata ha lasciato una traccia profonda: la consapevolezza che la cura è una forma di comunicazione e che la parola, quando è ascolto e relazione, diventa luogo di sostegno reciproco e di fede condivisa.