
Vivere la pace, passo per passo
Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi.
(Seconda Lettera ai Corinzi 13,1)
In questi tempi, almeno le persone con cui parlo vogliono soprattutto una cosa: la pace. Anni di guerra in Ucraina ed in Medio Oriente che si fanno sentire anche da noi, il pericolo che la situazione potesse aggravarsi – basta. Ma nello stesso momento sento anche una certa depressione: noi siamo troppo piccoli. Noi non possiamo fare niente. Forse il nuovo presidente americano, forse il nuovo papa – ma noi no. Cosa ne dice l’apostolo Paolo ai Corinzi, una comunità cristiana con un sacco di problemi perché di origini molto diverse? Cosa sono le sue quasi ultime parole, prima di cambiare i saluti?
Paolo è ottimista: il Dio d’amore e di pace sarà con voi. Cerchiamo la presenza di Dio nella nostra vita, nella vostra comunità quando vogliamo la pace? Forse sbaglio, ma mi pare che proclamiamo la presenza di Dio da noi soprattutto quando vogliamo fare la guerra per una causa giusta. Sul livello storico è abbastanza chiaro, sul livello più personale mi sembra un po’ più nascosto, ma la tendenza di fare una piccola guerra con Dio dal nostro lato quando consideriamo la nostra causa giusta esiste sempre. Vogliamo veramente un Dio d’amore e di pace o vogliamo un Dio della guerra per la nostra causa?
Se vogliamo il Dio d’amore e di pace con noi, dobbiamo fare qualcosa anche noi. Stranamente l’apostolo Paolo non comincia col “vivete in pace” – questo non è il primo, ma l’ultimo imperativo, l’ultimo passo dopo una serie di altri passi. Paolo comincia col “rallegratevi”. Chi non può essere allegro non è in pace con se stesso – come può essere in pace con gli altri? Ci siamo mai chiesti di che cosa possiamo rallegrarci nella nostra vita, anche nella nostra vita con gli altri? Essere solo/a/i nel mondo non è una soluzione. Ma se non siamo soli c’è sempre qualcosa da perfezionare. Perfezione come esseri umani e cristiani è un processo che non finisce mai durante la nostra vita umana. La ricerca della perfezione nella vita sociale e cristiana è un lavoro, a volte anche un lavoro che sembra invano. Siate consolati – ma vogliamo questo, vogliamo tornare alla gioia in Dio e di Dio o preferiamo di tenere il muso? Come regola di base: chi guarda sempre indietro non può andare avanti.
Anche un medesimo sentimento si raggiunge più facilmente, nella famiglia come in una comunità, quando guardiamo verso la stessa direzione, verso un fine comune. Per un fine comune si può anche vivere in pace. Quindi cominciamo a vivere per la pace, passo per passo!
Pastora Jutta Sperber, Genova e Sanremo