
Chiese “border line”
Isabelle Gerber, ha lanciato un invito alla riflessione che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia delle chiese protestanti europee.
Una visione per il futuro protestante europeo
La presidente dell’Unione delle Chiese Evangeliche dell’Alsazia e della Lorena (UEPAL), Isabelle Gerber, ha recentemente lanciato un invito alla riflessione che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia delle chiese protestanti europee.
Dallo scorso settembre, Gerber è infatti alla guida dell’Unione delle Chiese Evangeliche d’Alsazia e Lorena (UEPAL), che riunisce circa 250.000 luterani e riformati.
La sua visione: una Chiesa comune tra UEPAL, la Chiesa protestante del Palatinato e la Chiesa evangelica del Baden. Una proposta coraggiosa che non intende imporre modelli, ma avviare un dibattito costituente.

Gerber propone di costruire uno spazio di confronto sinodale e teologico in cui le chiese coinvolte possano riflettere su cosa significhi oggi essere Chiesa, in un’epoca di trasformazione e di crisi.
E cosa ciò voglia dire oggi nel cammino Europeo fortemente segnato dalle nuove spinte di nazionalistiche, da nuovi e antichi odi.
Superare le barriere giuridiche e linguistiche non è l’obiettivo immediato, ma una possibile meta sul lungo cammino dell’ecumenismo interno al protestantesimo europeo.
Il valore di un cammino
Un processo costituente non è mai un adattamento superficiale: è una sfida profonda all’esistente, alla sicurezza delle identità, alla familiarità delle forme consolidate.
È un appello al coraggio di porsi domande essenziali: di quale Chiesa abbiamo bisogno oggi? Per quali persone? Per quali territori? Per quale testimonianza?
Gerber propone un esercizio di immaginazione e di discussione comunitaria invitando le chiese a non limitarsi a gestire l’esistente, ma a progettare con fede e libertà nuove forme di comunione e missione.
Un appello rivolto a chi, come molte chiese protestanti in Europa, vive una stagione di piccoli numeri e risorse ridotte.
La CELI: un laboratorio già aperto
In questo senso, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) non è semplicemente un modello definito e definitivo, ma una esperienza vissuta ed un laboratorio vivente in cui le diversità sono parte quotidiana della vita ecclesiale.

La recente sessione del Sinodo della CELI ne è testimonianza: dai temi legati alla responsabilità ecologica, all’impegno per la giustizia sociale e all’apertura ecumenica, è emersa con chiarezza la volontà di non chiudersi su sé stessi, ma di accogliere il cambiamento come occasione di crescita nella fede.
Senza soluzioni pre costituite ed anche nella consapevolezza di un lavoro mai concluso né rispondente a tutte le necessità ed ai cambiamenti in atto.

Una sfida possibile solo nella fede
In un mondo ecclesiale spesso tentato dal ripiegamento e dalla paura del declino, la CELI può tuttavia testimoniare che la piccolezza può essere forza, la scarsità una risorsa, la fragilità un punto di contatto con la realtà.
L’invito lanciato da Gerber può trovare un’eco concreta nelle esperienze di chi, come le comunità luterane italiane, sceglie il coraggio del cammino, nonostante tutto.
Le trasformazioni sociali, le necessità dei tempi che cambiano, interrogano anche le Chiese e i modelli finora realizzati.
In ultima analisi, costruire una Chiesa nuova non è utopia, ma fede incarnata. È rispondere alla promessa che, anche nei tempi più difficili, il Signore non abbandona il suo popolo, ma lo spinge a mettersi in cammino.
Isabelle Gerber
Presidente del Consiglio dell’Unione delle Chiese protestanti d’Alsazia e Lorena (UEPAL). A 55 anni, è la prima donna e la più giovane a ricoprire questa carica. Dal 1° settembre 2024 Isabelle Gerber è presidente della Chiesa luterana dell’UEPAL (Chiesa protestante di Confessione Augustanax d’Alsazia e Lorena – EPCAAL).
La sua carriera in poche date:
- dal 2012: ispettrice ecclesiastico di Bouxwiller
- dal 2001 al 2012: segretaria generale delle Squadre Unioniste Luterane (EUL – movimento giovanile), presidente della Dinamica Giovanile dell’UEPAL
- dal 1995, anno della sua ordinazione da parte della Chiesa luterana (EPCAAL), al 2001: parroco nel settore Niederroedern/Lauterbourg.

Cornelia Richter eletta vescova della Chiesa Evangelica (A.B.) in Austria
Il Sinodo della Chiesa Evangelica Luterana (A.B.) in Austria, elegge Cornelia Richter, prima donna vescova.
Una decisione storica
Il Sinodo della Chiesa Evangelica Luterana di Confessione Augustana (A.B.) in Austria, riunito in questi giorni a Vienna, ha eletto, per la prima volta, una donna al ruolo di vescova.

Cornelia Richter, teologa, 54 anni originaria di Bad Goisern e docente presso l’Università di Bonn, ha ricevuto 64 voti su 68 al primo turno, superando ampiamente la maggioranza richiesta dal Sinodo.

Profilo accademico e pastorale
Richter vanta una solida carriera accademica: dopo aver studiato teologia e filosofia a Vienna e Monaco, ha conseguito il dottorato summa cum laude e ha ricoperto ruoli di ricerca e insegnamento in diverse università europee.
Dal 2012, è professoressa di Teologia Sistematoca ed Ermeneutica all’Università di Bonn. Qui ha anche servito come decana e, dal 2024, come presidente del senato accademico.
Parallelamente, ha svolto attività pastorale volontaria in Austria, mantenendo un legame diretto con la comunità ecclesiale di origine.

Una Chiesa coraggiosa e inclusiva
Nel suo discorso dopo l’elezione, Richter ha sottolineato l’importanza di una Chiesa che sia “una voce chiara nella società, nella politica, nell’economia e nella cultura“.
Ha anche affermato che l’ufficio di vescovo non può essere perseguito come una cattedra in una scalata di carriera, ma come frutto di una responsabilità affidata, concessa, esprimendo al tempo stesso fiducia nel futuro della Chiesa, nonostante le sfide demografiche .

Reazioni e significato dell’elezione
L’elezione di Richter è stata accolta con entusiasmo. Il vescovo uscente, Michael Chalupka, ha definito Richter “una grande risorsa per i cristiani protestanti in Austria“, elogiando la sua competenza teologica e la sua apertura mentale.
Tra i primi a congratularsi con la neoeletta il presidente federale Alexander Van der Bellen. “La prima donna in questo incarico! Auguro a Cornelia Richter tanta forza per questo compito pionieristico per la Chiesa e la società e non vedo l’ora di conoscerla“, ha scritto il Presidente federale sulla piattaforma Bluesky venerdì. Van der Bellen è luterano.

Rinnovamento e sfide
Con l’entrata in carica prevista per il 1° gennaio 2026, Cornelia Richter si prepara a guidare la Chiesa Evangelica A.B. in un periodo di rinnovamento e sfide.

La sua elezione rappresenta non solo un progresso in termini di parità di genere, ma anche un’opportunità per la Chiesa di rafforzare il suo ruolo profetico e missionario nella società contemporanea.
La Chiesa luterana di Confessione augustana in Austria conta circa 310.000 fedeli in 196 parrocchie, raggruppate in 7 diocesi.

Strage di Capaci: l’umanità dietro il terrore
Il 23 maggio 1992 la Sicilia smette di respirare: l’inquietudine di Falcone sfida anche le Chiese a compiere scelte profetiche coraggiose.
La strage di Capaci: un sabato qualunque
Il 23 maggio 1992 la Sicilia smette di respirare come prima. In quel sabato di 33 anni fa comincia a fare caldo in Sicilia. I pomeriggi assolati, cantati da Franco Battiato, risuonano del ronzio degli insetti e le spiagge riprendono a popolarsi.
La lingua di asfalto tra l’Aeroporto di Punta Raisi e Palermo lascia risalire il calore accumulato durante il giorno mentre il riverbero del cielo annuncia l’arrivo della frescura serale.
È in questo sonnacchioso pomeriggio che un mix di tritolo, nitrato d’ammonio e RDX squarciano il silenzio e l’asfalto.
Muoiono così Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta: Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Mentre rimangono feriti Angelo Corbo, Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Giuseppe Costanza e altre 19 persone che transitano in quel tratto autostradale.

Giustizia senza odio, legalità senza idolatria
“Anche nel più efferato dei delinquenti io devo vedere l’uomo.” Così diceva Falcone e non si tratta di una frase costruita per commuovere, ma per disarmare.
Un’asserzione che toglie alla giustizia la tentazione della vendetta riportando tutti e tutte al nodo del problema: cosa rende forte le mafie e l’ingiustizia?
In quelle parole possiamo intravedere un’eco protestante: il richiamo alla responsabilità del proprio agire e della propria conversione, anche laddove sembra impossibile.
L’umanità negata come meccanismo di dominio
Vedere l’uomo nel mafioso non lo assolve, ma significa togliere alla mafia ciò che la rende potente: l’aura del mito, dell’invincibilità, del sacro terrore.
La disumanizzazione infatti alimenta i sistemi di potere perché ne accresce l’ombra gigante, spaventosa e irraggiungibile.
Umanizzare il mafioso significa invece svelarne la nudità, la debolezza, la normalità del suo essere umano: in una parola scopre il peccato di cui siamo responsabili.
Ponendo il mafioso dinanzi alla sua solitudine, alla terribile banalità del male, ma anche dinanzi alla propria responsabilità.
Chiese e omertà: una memoria da riscattare
Per troppo tempo una parte della Chiesa cattolica romana ha oscillato tra complice silenzio e prudenza pastorale.
Oggi, nella stagione di un ecumenismo più maturo, ricordare Falcone significa anche interrogarsi insieme su come la fede abbia affrontato – o evitato – il confronto con gli orrori prodotti dalla criminalità organizzata.
E su quanto spazio abbiano saputo lasciare le Chiese alla profezia: alla capacità cioè di parlare quando tutti tacciono, di agire quando tutti preferiscono rimanere a guardare.
Sicilia e resistenza: una grammatica contro la rassegnazione
Nel caldo precoce di quel maggio, la Sicilia non si inginocchiò. La scuola, le strade, le famiglie cominciarono a dire no.
Non senza contraddizioni, non senza fatica. E, alla fine, non senza un ritorno a mali e vizi antichi.
Ma da quella strage si generò una lingua nuova, fatta di memoria civile, di cultura della legalità, di domande scomode. Non fu eroismo: fu dignità quotidiana. Fu resistenza civile e anche religiosa.
La Chiesa del paradosso e il coraggio di scontentare
Anche da quel furore e da quella violenza nacquero consapevolezze nuove: alcune durature, altre meno.
Tra tutte la principale fu quella di un Dio che abita i paradossi: onnipotente che accoglie i vulnerabili, glorioso e crocifisso, eterno eppure presente nei corpi nudi, affamati, incarcerati.
Per questo, la Chiesa – ogni Chiesa – può accettare o rifiutare il rischio di essere impopolare. Di disturbare. Di non essere decorativa.
Quel terribile evento dice qualcosa anche a noi oggi. Una eredità non giuridica ma spirituale: il discernimento che non oscura il male, che non cancella la responsabilità ma che sa affrontarla.
Un compito che la coscienza può raccogliere e che la fede ha il dovere di custodire.
La memoria inquieta
A 33 anni dalla strage di Capaci, resta l’impressione che tutto sia già stato detto.
Talvolta pensiamo anche noi che tutto sia tornato indietro. Nonostante i lutti, le sofferenze, ma anche la passione, la voglia di riscatto.
Forse ciò che manca è l’inquietudine, il turbamento di chi non accetta che il tempo passi senza lasciare traccia.
Ricordare la strage di Capaci per i cristiani e le cristiane non deve tradursi in un compito retorico. Non deve cioè trasformarsi nella scelta di anestetizzare il presente celebrandolo come un giorno, uno tra gli altri, sul calendario.
Perciò ricordare significa chiedersi, oggi, come e dove stia germogliando una nuova forma di sopraffazione. E se, nei confronti di queste antiche e nuove violenze, abbiamo ancora il coraggio di vedere l’uomo, la donna.
E, vedendoli, accettare infine il compito di parlare e non tacere.

‘A voce d’’o vico: Teatro sociale a Napoli
Il teatro nel Rione Sanità si fa documentario: grazie anche ai fondi dell’otto per mille luterano nasce un racconto corale.
Dritti al cuore di Napoli
Grazie al sostegno dell’otto per mille luterano, prende vita una nuova tappa del progetto teatrale e comunitario ‘A voce d’’o vico, promosso dalla compagnia Putéca Celidònia nel cuore del Rione Sanità di Napoli. Un quartiere complesso, denso di contraddizioni ma anche di potenzialità, dove da anni il teatro rappresenta uno strumento concreto di trasformazione sociale, culturale ed educativa.

Il progetto “Lo show delle macerie” vuol diventare un documentario che racconterà l’evoluzione di una comunità attraverso la voce di chi la abita: bambini, adolescenti, famiglie, artisti. L’obiettivo è raccontare non solo la costruzione di uno spettacolo, ma anche la vita quotidiana, i sogni, le sfide e i legami che attraversano un quartiere troppo spesso descritto solo nei suoi aspetti negativi.
Al servizio della cultura e della giustizia sociale
Il contributo dell’otto per mille alla Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI) si traduce ogni anno in progetti concreti di inclusione, educazione e rigenerazione. Nel caso di ‘A voce d’’o vico, il sostegno ha permesso l’avvio delle prime fasi di raccolta delle testimonianze, delle riprese delle prove teatrali e del coinvolgimento attivo degli abitanti, in un processo partecipativo che si fonda sull’arte come strumento di espressione e riscatto.
Il documentario sarà un racconto corale e stratificato: dalle voci dei bambini alle memorie degli anziani, fino al confronto con i materiali d’archivio delle edizioni precedenti. Un vero e proprio atto di memoria viva, che restituisce dignità e visibilità a un territorio spesso marginalizzato, ma ricco di energia creativa e relazionale.

Una scelta consapevole e di impatto
Scegliere di destinare l’otto per mille alla CELI significa sostenere progetti di valore come questo, che mettono al centro le persone, la partecipazione attiva e la cultura come motore di cambiamento. Non si tratta di mera assistenza, ma di azioni mirate a favorire la crescita collettiva, la consapevolezza e l’emancipazione sociale.
Il progetto ‘A voce d’’o vico 2025 – Lo show delle macerie è solo uno dei tanti esempi di come l’otto per mille luterano contribuisca alla costruzione di una società più giusta, creativa e solidale.
📌 Per sostenere questi progetti, basta una firma nella dichiarazione dei redditi.
🌐 Scopri di più: www.chiesaluterana.it/8-per-mille
🎥 Guarda il video della campagna: https://youtu.be/ISfQcrC9jr0

Predicazione locale: pluralità di voci
Nuovi predicatori locali luterani concludono la formazione triennale, rafforzando il sacerdozio universale e la vitalità comunitaria.
Concluso il percorso di formazione triennale
Domenica 18 maggio si è tenuto, presso la Comunità Evangelica Ecumenica di Ispra-Varese, l’appuntamento conclusivo della formazione dei predicatori locali della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI).

A completare il percorso, articolato in tre anni e sette weekend intensivi, sono state donne e uomini provenienti dalle Comunità luterane di Genova, Bolzano, Torino e Verona. Questi nuovi predicatori si aggiungono ai 15 già attivi nella CELI, rafforzando così la rete della predicazione locale.
Laici..come tutti e tutte
Ci sarebbe molto da discutere sull’uso di questo termine nelle Chiese luterane e protestanti in generale.
In Italia la “laicità” ha sovente dovuto tenere conto del riferimento che generalmente si fa al clero ed alla Chiesa cattolica romana.
In realtà nelle Chiese luterane e in quelle protestanti tutte le persone sono laiche, anche i Pastori e le Pastore.
Una formazione completa e radicata teologicamente
Il corso ha previsto sia lezioni teoriche sia esperienze pratiche nelle Comunità: con l’accompagnamento dei pastori e delle pastore locali, e la supervisione del pastore Carsten Gerdes e della pastora Magdalene Tiebel-Gerdes.
Il riferimento a quello che Lutero sottolineava come Priestertum aller Gläubigen (sacerdozio universale dei credenti) è quindi una prerogativa della Riforma che porta alla scelta di avere, e quindi formare, predicatori e predicatrici laici.
Per questo principio ad ogni credente è dato il compito di annunciare la Parola di Dio.
Il valore del servizio di predicazione
Per il pastore Carsten Gerdes, che è anche decano della CELI, l’impegno dei Predicatori e delle Predicatrici laici, “è un contributo significativo per le Comunità che permette a chi ha competenze adeguate e porta a termine la formazione, di poter pienamente collaborare alla vita comunitaria e ai culti“.
Nella CELI, il servizio dei predicatori non è quindi marginale né di mera collaborazione con i Pastori e le Pastore: ciascuno e ciascuna di loro è chiamato a condurre almeno tre culti ogni anno, e deve partecipare obbligatoriamente ad aggiornamenti annuali.

Regole e durata dell’incarico
Il servizio è regolamentato da una corposa normativa sinodale approvata nel 2008, che ne disciplina requisiti, durata, formazione e accompagnamento.
L’incarico dura sei anni, rinnovabile fino al compimento del 75° anno di età. È previsto un culto di insediamento alla fine del percorso formativo, con una predicazione elaborata autonomamente dal predicatore o dalla predicatrice.
Un cammino, quindi, che impegna sia i predicatori e le predicatrici, ma anche la Chiesa e le Comunità in maniera continua, costante e strutturata.
Un compito impegnativo ma essenziale
L’investimento della CELI in questo servizio mostra l’impegno costante per una Chiesa partecipativa, che valorizza i talenti e le vocazioni laiche.
I nuovi predicatori e predicatrici locali diventano così un ponte concreto tra la Parola di Dio e le esigenze spirituali delle comunità, contribuendo alla vitalità e alla crescita della chiesa luterana in Italia.

Luterani e Ortodossi in dialogo
Il dialogo luterano-ortodosso riprende a Cipro, affrontando sinodalità e primato dopo importanti passi ecumenici.
Questo è un titolo
Si è aperto oggi a Larnaka, Cipro, il primo incontro plenario della 19ª sessione della Commissione Internazionale Congiunta di Dialogo Teologico Luterano-Ortodosso.
Questo incontro arriva dopo lo storico accordo sul “Filioque” e la dichiarazione sul ruolo dello Spirito Santo.
Si tratta di tappe importanti raggiunte durante l’ultima riunione a Il Cairo nel maggio 2024 e all’interno del confronto sul Credo niceno.
Il Metropolita Isaias di Tamasos ha presieduto l’apertura della seduta, che durerà fino al 25 maggio, e vede la partecipazione di delegati da entrambe le tradizioni cristiane.
L’incontro è il risultato di una preparazione avvenuta presso l’Hellenic College di Boston, USA, dove è stato definito il tema della sinodalità e del primato.
La commissione è copresieduta dal vescovo luterano Dr. Johann Schneider dalla Germania, e dal metropolita Kyrillos di Krini del Patriarcato Ecumenico.
Questo evento rappresenta un ulteriore passo verso la comprensione e l’unità tra le Chiese luterane e ortodosse, e pone le basi per futuri sviluppi nel dialogo teologico internazionale.
Il dialogo tra Luterani e Ortodossi continua a essere un’importante via di esplorazione delle questioni teologiche fondamentali, promuovendo la pace e l’unità nel corpo di Cristo.
Immagine di copertina
I membri della Commissione internazionale per il dialogo teologico Luterano-Ortodosso durante la seduta di metà novembre 2024. Photo ©Hellenic College Holy Cross

Viterbo, no allo spreco alimentare
Quando la solidarietà incontra la sostenibilità: a Viterbo un modello replicabile per il futuro delle comunità locali in Italia.
Contrasto alle povertà: nuova cultura alimentare
In un’Italia in cui oltre 2,2 milioni di famiglie vivono in condizioni di povertà assoluta (fonte Istat) e in cui tonnellate di cibo vengono quotidianamente sprecate, il progetto “Lotta allo spreco alimentare per contrastare la povertà e per una nuova cultura alimentare”, promosso dall’associazione Viterbo con Amore ODV, si impone come una risposta concreta e innovativa.

Grazie al sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI), questo progetto rappresenta un esempio virtuoso di come il contributo fiscale possa tradursi in azioni tangibili a favore di giustizia sociale e sostenibilità ambientale.

Un impatto reale: oltre 20.000 kg di cibo recuperati
Dal 2022 i volontari dell’Emporio Solidale di Viterbo hanno recuperato e redistribuito alimenti ancora commestibili ma invenduti, migliorando la qualità del sostegno alimentare offerto a più di 500 famiglie ogni anno, pari a circa 1.500 persone.

Solo nel 2024 sono stati recuperati oltre 20 tonnellate di prodotti, tra cui frutta e verdura fresca da diversi supermercati, pane “del giorno prima”, dolci e altri prodotti da forno. Un risultato importante che non solo ha ridotto lo spreco, ma ha rafforzato l’autosostenibilità dell’Emporio.

Solidarietà e cultura alimentare per un cambiamento duraturo
Il progetto si articola in due azioni fondamentali:
- Recupero e distribuzione del cibo: una rete locale di negozi, aziende e volontari che opera ogni giorno per trasformare lo scarto in risorsa.
- Educazione nelle scuole: incontri con studenti di sei o sette istituti scolastici, coinvolgendo oltre 400 alunni della provincia di Viterbo per sensibilizzare sulle buone pratiche alimentari e sulla solidarietà.
Visitando l’Emporio Solidale, gli studenti non solo imparano, ma vivono in prima persona un’esperienza concreta di cittadinanza attiva.

Perché sostenere l’Otto per Mille luterano?
Destinare l’otto per mille alla CELI significa sostenere progetti sociali, educativi e culturali che si prendono cura delle persone e dei territori. Non si tratta solo di assistenza: si promuovono diritti, dignità e sostenibilità, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 ONU, in particolare:
- Goal 1 – Sconfiggere la povertà
- Goal 12 – Consumo e produzione responsabili
- Goal 13 – Agire per il clima
Il tuo gesto può davvero fare la differenza.
Con l’otto per mille luterano, trasformi la dichiarazione dei redditi in un atto concreto di partecipazione civile, etica e solidale.
👉 Scopri di più e firma per l’Otto per Mille alla Chiesa Evangelica Luterana in Italia:
🌐 www.chiesaluterana.it/8-per-mille

Impegno umanitario: l’esempio dell’Uganda
Per la Federazione Luterana Mondiale il Paese africano è un modello di accoglienza e solidarietà, dove comunità ospitanti e rifugiati costruiscono insieme il futuro.
L’Uganda e l’accoglienza solidale
Il Paese è riconosciuto a livello internazionale per la sua politica di accoglienza verso i migranti. Con oltre 1,5 milioni di rifugiati, principalmente provenienti dal Sud Sudan, dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Burundi, il paese ha adottato un approccio inclusivo che permette ai rifugiati di accedere a servizi essenziali come l’istruzione e la sanità, nonché di lavorare e muoversi liberamente. Questo modello ha trasformato l’Uganda in un esempio di solidarietà e resilienza in un contesto globale spesso segnato da chiusure e restrizioni.
Il ruolo cruciale delle comunità ospitanti
Secondo la Federazione Luterana Mondiale (LWF), le comunità locali che accolgono i rifugiati sono fondamentali per il successo di qualsiasi risposta umanitaria. Queste comunità condividono risorse, terre e servizi con i nuovi arrivati, spesso affrontando esse stesse sfide economiche e sociali. La LWF sottolinea l’importanza di sostenere non solo i rifugiati, ma anche le comunità ospitanti, riconoscendo il loro contributo essenziale alla coesione sociale e alla stabilità regionale.
Il ruolo della FLM
La LWF opera in Uganda da oltre 45 anni, implementando programmi che mirano a migliorare la vita sia dei rifugiati che delle comunità locali. Le sue iniziative includono l’istruzione inclusiva, la protezione dei diritti umani, la promozione della pace e lo sviluppo sostenibile. Attraverso progetti come la costruzione di scuole, la formazione professionale e il supporto psicosociale, la LWF contribuisce a creare opportunità e a rafforzare la resilienza delle popolazioni coinvolte.
Un modello di solidarietà e inclusione
L’approccio dell’Uganda, supportato da organizzazioni come la LWF, dimostra come l’ospitalità e l’inclusione possano trasformare le sfide migratorie in opportunità di crescita e sviluppo condiviso. Investire nelle comunità ospitanti e nei rifugiati non solo migliora le condizioni di vita immediate, ma costruisce anche fondamenta solide per una convivenza pacifica e prospera.
Foto in copertina
Sito di transito di Ngomoromo nel distretto di Lamwo, Uganda settentrionale – un punto di ingresso principale per i rifugiati provenienti dal Sud Sudan in Uganda. Foto: LWF/Victor Wahome

Lucca Social Arts 2025
Con l’8×1000 luterano nasce “Lucca Social Arts”: arte, gioco e inclusione per tutti. Arte e gioco per una comunità più inclusiva
Creatività, famiglie e solidarietà
Lucca Social Arts torna con la sua terza edizione e un messaggio chiaro: l’arte può unire, ispirare e includere. Il progetto, nato da Artespressa APS e sostenuto grazie all’otto per mille luterano, animerà la Biblioteca Civica Agorà di Lucca con una serie di eventi dedicati ad adulti, bambini e famiglie.
Un progetto per tutti, nel cuore della città
“Lucca Social Arts” è molto più di una mostra. È un’esperienza culturale che promuove l’inclusione, l’accessibilità e la partecipazione attiva. La scelta della Biblioteca Agorà non è casuale: si tratta di uno dei luoghi simbolo della cultura cittadina, aperto e facilmente fruibile da tutte le fasce della popolazione.
Grazie al contributo dell’8×1000 luterano, il progetto può offrire gratuitamente attività pensate per valorizzare la diversità e costruire relazioni tra generazioni e culture. L’obiettivo è creare ponti sociali attraverso il linguaggio universale dell’arte e del gioco.
Tema 2025: “Arte e Gioco”
Il filo conduttore dell’edizione 2025 è “arte e gioco”, due dimensioni che stimolano la creatività e il piacere della scoperta. Questo connubio vuole riportare la leggerezza e la semplicità al centro dell’esperienza artistica, soprattutto per chi vive situazioni di fragilità o marginalità.
Adulti e bambini saranno coinvolti in laboratori creativi, pensati per offrire strumenti di espressione, libertà e crescita personale. Il programma culmina il 17 e 18 maggio con due giornate interamente dedicate a scuole, famiglie e cittadini.
Una mostra che racconta storie
Il 2 maggio verrà inaugurata la mostra delle opere realizzate durante l’anno da bambini e bambine che hanno partecipato ai laboratori. Questi lavori rappresentano l’anima del progetto: colori, forme e pensieri che raccontano un mondo visto con occhi nuovi, capaci di stupire per profondità e originalità.

Un evento sostenibile, accessibile e partecipato
Artespressa APS ha curato ogni dettaglio puntando alla sostenibilità: materiali ecocompatibili, attività inclusive, spazi pensati per accogliere ogni tipo di pubblico. “Il nostro obiettivo è regalare un sorriso, ispirare e lasciare un ricordo prezioso a ogni partecipante”, spiegano le ideatrici del progetto.
L’iniziativa guarda al futuro con l’intenzione di diventare un appuntamento fisso nella vita culturale di Lucca, rafforzando ogni anno il legame tra arte e territorio.
L’impegno della CELI
La Chiesa Evangelica Luterana in Italia, attraverso i fondi dell’otto per mille luterano, sostiene progetti che migliorano la qualità della vita, favoriscono l’inclusione e valorizzano la cultura. “Lucca Social Arts” è un esempio concreto di come la scelta dell’8×1000 possa trasformarsi in opportunità per tutti.
Scopri di più e sostieni il progetto
Per informazioni sull’evento e per contribuire al sostegno di iniziative simili, è possibile visitare il sito ufficiale:
👉 www.chiesaluterana.it/8-per-mille

Tra le persone: l’otto per mille luterano
Online il primo dei due video #siamosale 2025: storie di impegno luterano a Trieste, Venezia e Merano, grazie all’otto per mille.
Testimonianze reali
È online il primo video della campagna 2025 #siamosale promossa dalla Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI). Il video è già disponibile sul canale YouTube ufficiale della CELI questo link: racconta l’impegno concreto delle Comunità luterane di Trieste, Venezia e Merano. Un racconto reale fatto di persone, relazioni, cultura e servizio, sostenuto grazie all’otto per mille luterano.

Semplicità, concretezza, entusiasmo
Il video si inserisce nella cornice della campagna #siamosale, ispirata al versetto di Matteo 5,13: “Voi siete il sale della terra”. Un invito a riconoscere il valore dei piccoli gesti che generano cambiamento reale nelle vite di chi si trova ai margini.
Con parole e immagini, il video mostra il volto umano e accogliente delle Comunità luterane e delle tante realtà che, anche al di fuori del mondo luterano, collaborano alla costruzione di una società più giusta e solidale.
Il sale è un simbolo: di equilibrio, sapore, motivazione, luce. Ogni gesto ha valore: non importa quanto sia grande né quanto sia spettacolare.
Anzi, il “piccolo principe” ci ricorda che l’essenziale è invisibile agli occhi.

I protagonisti e le collaborazioni
Realizzato da Artescienza, con il coordinamento digitale di Asset Media Torino e la direzione generale della campagna affidata a Gianluca Fiusco (responsabile della comunicazione della CELI), il video è il primo tassello visivo di una narrazione plurale. La campagna del 2025 è stata ideata e coordinata in collaborazione con Yoge – Agenzia di Comunicazione Sostenibile di Genova.
Il prossimo video, dedicato alla Comunità Luterana di Torino, a firma del videomaker Daniele Vola, sarà disponibile a breve.

Oltre 50 progetti sostenuti in tutta Italia
Grazie all’otto per mille, la CELI ha sostenuto oltre 50 progetti di carattere sociale, educativo, culturale. Le iniziative promosse riguardano il contrasto alla povertà, il sostegno alle donne vittime di violenza, lo sviluppo delle aree interne, l’educazione musicale, la promozione dei diritti umani e la cura dei più piccoli.

Un grazie collettivo
La CELI ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alla realizzazione della campagna: volontari, pastori, pastore, associazioni partner, amici e amiche delle Comunità luterane.
Un grazie speciale anche a chi, pur non appartenendo al mondo luterano, riconosce e condivide l’uso responsabile dell’otto per mille da parte della CELI.

Scopri e sostieni #siamosale
Dal 15 maggio 2025 sarà possibile modificare e inviare la dichiarazione precompilata già disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Prima dell’invio ricordati di scegliere la preferenza per la Chiesa Evangelica Luterana in Italia.
Per approfondire la nostra campagna e scoprire come destinare l’otto per mille alla Chiesa Evangelica Luterana in Italia, visita il sito: www.chiesaluterana.it/8-per-mille.
Per restare aggiornati, seguite i canali social della CELI su Facebook, Instagram e Bluesky, iscrivetevi ai canali WhatsApp e Telegram, oppure scrivete a ottopermille@chiesaluterana.it.